Il gallo forcello, gallo di monte, fagiano di monte (Tetrao tetrix, Lyrurus tetrix) è un gallinaceo della famiglia dei tetraonidi, da tutti conosciuto. In Italia abita ancora sulle Alpi, non è raro ma nemmeno molto numeroso come una volta, per quanto si deve osservare che questa specie è soggetta ad alti e bassi notevoli, vuoi per le epidemie che sovente la colpiscono, vuoi per l’inclemenza del tempo primaverile. Vive di bacche, gemme, mirtilli, lamponi, ma anche insetti, uova di formica, larve ecc. Mentre la femmina è uccello esteticamente comune, il gallo forcello è bellissimo col suo abito nero e bianco, a riflessi metallici blu e verdi, con le arcate sopracigliari rosso sangue e la coda lirata.
Non è una caccia difficile nel senso che comunemente si dà alla parola, perché si spara da fermo e generalmente in terra, ma diversi fattori contribuiscono a renderla non facile e non alla portata di tutti. Per poter spiegare come si svolge la caccia e le difficoltà che s’incontrano bisogna anzitutto parlare, sia pur brevemente, del soggetto principale: gallo, e delle sue abitudini.
Il canto del gallo forcello e la stagione degli amori
A primavera, verso la fine di aprile e per tutto il mese di maggio, hanno luogo gli amori. I maschi diventano bellicosi, si portano sul luogo dove avranno inizio lotte accanite (in genere il canto ha luogo sulla neve o su striscie di neve; qualche volta però anche sugli alberi) ed ingaggiano violente battaglie che porteranno un maschio ad avere il dominio incontrastato della zona.
Una zona non può essere esattamente delimitata in quanto la sua estensione è data da diversi fattori (quali ad esempio la sua ubicazione, la densità numerica dei galli forcelli, il numero di maschi di pari forza, ecc.). Varierà invece difficilmente, a meno che non vengano apportate variazioni alla sua vegetazione dall’uomo o fattori naturali (frane, crescite di bosco), il posto del canto. Si può calcolare che da un anno all’altro il gallo forcello non si sposterà di un metro dal luogo dove esegue il canto. Questo consiste in una serie più o meno lunga soffi (sfide) durante le quali il gallo salta e corre col collo ritto e teso e gli occhi bene aperti contro un eventuale rivale, seguite dal canto propriamente detto, che grosso modo può essere paragonato a quanto fa il colombo di piazza quando si pavoneggia dinanzi alla sua bella, e durante il quale il nostro eroe poco o niente vede e sente.
Il gallo comincia il canto in basso, per poi salire gradatamente più in alto col passare dei giorni e fissare definitivamente il posto del suo dominio dopo averne scacciato gli avversari. Ma anche lo stesso canto giornaliero comincia all’alba in basso per poi salire al luogo della lotta e degli amori.
Retaggio d’abitudini sepolte ormai nel tempo
La sintesi di tutto questo lavoro è la seguente: cercare un posto dove poter cantare, scacciare gli avversari e corteggiare le femmine che accorrono a far platea al teatro della lotta. Il vincitore potrà poi possedere le femmine sul posto, ma il matrimonio viene celebrato anche più tardi sui luoghi di pastura. Questo è il canto del forcello che può durare fino a giugno avanzato, benché le femmine ormai stiano pensando alla futura famiglia.
C’è però una curiosa particolarità che mi piace riportare ed alla quale ho cercato di dare una spiegazione che non ho comunque la presunzione di ritenere giusta: può darsi che lo sia sarei curioso di sentire il parere di qualcuno più esperto di me. Nel tardo autunno i maschi sono soliti riunirsi in folti gruppi (persona degna di fede ne ha contati oltre una dozzina). Totalmente assenti le femmine. Circa nello stesso periodo, specialmente se si hanno mattinate umide e calme, il forcello soffia e canta come in primavera. È da scartarsi l’idea che si tratti di covate ancora riunite, anzitutto perché ci sarebbero anche le femmine, e poi perché in questi gruppi ci sono anche maschi anziani. Da escludere anche una ricerca di particolare pastura sempre per la ragione dell’assenza delle femmine. E allora? Io riterrei trattarsi di un retaggio d’abitudini sepolte ormai nel tempo. Probabilmente centinaia di secoli or sono i forcelli andavano in amore due volte l’anno, in primavera ed in autunno. Col passare del tempo e col probabile mutamento delle condizioni geofisiche ed ambientali, il periodo degli amori si è ridotto a cadere solo in primavera.
Una teoria imperfetta
I forcelli però, per istinto atavico, sentono ancora seppur velatamente ed in maniera larvata, bisogno del canto autunnale e delle riunioni che ormai sono pacifiche e platoniche. L’assenza delle femmine da queste assemblee potrebbe spiegarsi così: in primavera, durante gli amori, le femmine si dimostrano molto più tranquille nelle espressioni amorose; a tutta la folle danza del maschio impazzito d’amore esse contrappongono un comportamento quasi indifferente, limitandosi ad osservare le lotte ed a chiamare di tanto in tanto i pretendenti con voce nasale. Può darsi che sentendo meno l’impulso sessuale abbiano perso prima del maschio il ricordo atavico dell’amore autunnale. Questa è una teoria imperfetta perché non provata da precisi dati di fatto; presenta però alcuni lati possibili e credibili; sarebbe bello sentire altri pareri perché l’argomento è senza dubbio interessante.
Parlato delle abitudini del forcello forse più a lungo di quanto volessi, ed inquadrati così i vari pittoreschi aspetti dei suoi amori, passo ora a parlare della caccia al gallo forcello. Abbiamo accennato alle difficoltà che si incontrano in questa caccia: la prima è data dalla fatica per raggiungere la montagna: ci sono zone comode e facilmente raggiungibili, ma per molti posti bisogna parlare di tre-quattro ore di cammino a piedi,
Un comportamento non molto diverso dal fagiano comune
Il gallo forcello (o gallo di monte), secondo me, non è chiamato impropriamente fagiano di monte perché il suo comportamento non è granché diverso da quello del fagiano comune. Anche i fagianotti di montagna reggono molto la ferma tanto che mi è capitato, nei rododendri folti, di vederli prenderli e di prenderli io stesso, non solo con la rete, ma anche con le mani, stanno riuniti insieme e partono ad uno ad uno, od a pochi alla volta, e, mentre la madre sta insieme ai giovani dell’annata, il gallo forcello maschio sta appartato ed è molto più diffidente e leggero, sia delle femmine che dei fagianotti, e vive in luoghi impervi. I maschi, anzi, a stagione inoltrata diventano pressoché inabbordabili e si alzano a grandi distanze.
La differenza del gallo forcello con il fagiano comune
La differenza tra i fagiani comuni e i galli forcelli è data, anche in questo caso dalle diversità dei terreni. Anche il gallo di monte ha tendenza, dopo quattro battiti d’ala, a lanciarsi in basso ad ali chiuse ma questo, lo abbiamo detto anche delle starne, quando sono in montagna, e, se esaminiamo bene, dovremo ammettere che anche la stessa quaglia, quando si trova in quelle condizioni non si comporta altrimenti.
Una caccia magnifica
La caccia alpina al gallo forcello è magnifica ed oltremodo suggestiva, fra paesaggi incantevoli che sembrano parchi immensi, paradisi terrestri della caccia. Il lavoro del bracco italiano è inquadrato in una cornice meravigliosa di boschi, di rododendri, di fiori, di ruscelli di rocce d’ogni colore. Se fossi stato pittore avrei potuto ritrarre scene da far invidia ai famosi quadri inglesi rappresentanti scene di caccia sui moors.
Vedo ancora, come se li avessi davanti i miei bracchi, entrambi in ferma su di un promontorio verde, a picco sulla valle, che sembrava creato appositamente, un vero terrazzo fiorito e vedo i galli inabissarsi nel vuoto. Vedo ancora il mio vecchio Argo fermo su di un macigno che emergeva dai rododendri in mezzo ad un canalone come uno scoglio in mezzo ai flutti, bianco, statuario sullo sfondo verde cupo del bosco. Panorami incantevoli e non solo per il cacciatore. Visioni di sogno. Anche sul gallo di monte, unitamente all’altra selvaggina alpina, si tengono prove sul terreno molto interessanti tanto dal lato tecnico quanto dal lato sportivo ed estetico.
Non è una caccia difficile nel senso che comunemente si dà alla parola, perché si spara da fermo e generalmente in terra, ma diversi fattori contribuiscono a renderla non facile e non alla portata di tutti. Per poter spiegare come si svolge la caccia e le difficoltà che s’incontrano bisogna anzitutto parlare, sia pur brevemente, del soggetto principale: gallo, e delle sue abitudini.