L’orecchio ha lunghezza, larghezza, direzione, inserimento, consistenza e forma particolari per ogni razza; l’orecchio del bracco italiano nasce come un piccolo triangolo che ha una direzione verso il posteriore del cane; perciò quelle lunghe e cadenti dei cuccioloni o adulti sono, nel cuccioli, piccole e per niente cadenti, anzi diritte.
Nel crescere, l’orecchio del bracco italiano si allunga sempre di più e, a tre mesi, si potrà ben distinguere la reale forma di questo organo. Dopo tale periodo si vede infatti nettamente se l’attacco dell’orecchio è regolare; si vede se la forma, la lunghezza, la consistenza, la direzione sono tipici o meno: si potrà quindi dire se l’orecchio è o non è buono.
La lunghezza dell’orecchio del bracco italiano
L’attacco dell’orecchio del bracco italiano deve essere basso ed inserito indietro, stretto. Basso perché l’inserimento è al di sotto della linea dell’occhio; stretto e poco muscoloso, in modo che difficoltosa ed incompleta è l’erezione del padiglione auricolare, quando il cane è in “attenzione”.
Inoltre, il padiglione auricolare, nel bracco italiano, è molto lungo in modo che la punta dell’orecchio lateralmente arriva alla punta del tartufo, misura che si prende senza tirare l’orecchio: se è più corto di questa misura non è perfetto.
Inoltre, la consistenza del padiglione auricolare è morbida perché l’orecchio del bracco italiano non è carnoso ma flessibile, dato il poco sviluppo dei suoi muscoli e la sottigliezza della cartilagine. Con simile consistenza l’orecchio scende aderente alle guance del cane, non staccato da esse. Tale caratteristica si nota anche ad occhio oltre che col tatto della mano, perché l’organo carnoso ha appunto una consistenza facilmente percepibile dall’occhio esperto e non aderisce alla guancia.
A questo proposito, lo standard morfologico del bracco italiano dice testualmente:
«Orecchie ben sviluppate, così da poter raggiungere in lunghezza il bordo laterale del naso, attaccate piuttosto indietro con attacco stretto sotto la linea condotta dal bordo nasale superiore all’occhio, o più precisamente poste sulla linea zigomatica e poco erettili. Sono difetti: l’orecchio piccolo o eccessivamente sviluppato; piatto, erettile, triangolare o attaccato alto o con attacco largo o di pelle spessa o con la punta molto largamente accartocciata».
La voluta
La cosiddetto “voluta” del padiglione auricolare del bracco italiano non è altro che una “piega” caratteristica dell’orecchio; un “accartocciamento” particolare che solo osservando fotografie di tipici soggetti si può ben comprendere.
Lo standard ufficiale in merito alla “voluta interna”dice:
«Pregiato l’orecchio flessibile accartocciato sul davanti, con la voluta anteriore interna ben marcata, aderente col suo bordo alla guancia».
Queste frasi sono poco comprensive perché è effettivamente difficile spiegare a voce o per scritto il “giro” che il padiglione auricolare compie nel suo scendere dall’attacco dell’orecchio alla sua punta. La voluta si ottiene solamente se la consistenza dell’orecchio è classica. Un orecchio grasso, spesso, con cartilagine troppo abbondante, muscoloso, non può avere una voluta classica; la stessa cosa dicasi per un orecchio troppo lungo che sorpassi abbondantemente la punta del tartufo, o per uno troppo corto o esageratamente fine.
Il giusto giro che il padiglione auricolare deve compiere lo si trova solo in un orecchio attaccato basso, giustamente lungo e di regolare consistenza. Comunque, quando il padiglione auricolare è cresciuto per un terzo, inizia il suo accartocciamento girando in avanti (anteriormente) mentre l’ultimo terzo dell’orecchio (verso la punta) fa una graziosa piega, un risvolto, per cui la punta stessa è ben visibile, non nascosta, specialmente guardando il cane in faccia.
Il massimo dell’accartocciamento si ha a metà dell’orecchio.
Per ciò che riguarda la punta del padiglione auricolare, nel bracco è leggermente arrotondata. Questo fatto che ben si evidenzia nel quadro dei dati etnici («… la estremità inferiore termina quasi in punta leggermente arrotondata con accenno a grazioso risvolto») non significa affatto che essa sia rotonda perché in questo caso denoterebbe incroci con altre razze.
L’orecchio del bracco è indubbiamente molto bello e, come i capitelli jonici erano fregiati da volute che rivelavano sommo gusto artistico, così questo lungo padiglione auricolare che scende ripiegandosi a spirale e formando una voluta, dona al nostro cane un magnifico ornamento.
La grandezza dell’orecchio del bracco italiano
Il prof. Giuseppe Solaro, grande tecnico della cinofilia, scrisse un commento alla descrizione ufficiale dei caratteri etnici del bracco italiano. In questo commento, a proposito dell’orecchio, dice:
” I bracchi di un tempo possedevano orecchie molto lunghe ma anche molto larghe, e se non bastasse la mia memoria che arriva sino ai cani osservati dal 1898 in poi, esistono fotografie che dimostrano chiaramente la forma dell’orecchio dei nostri bracchi di un tempo. L’orecchio della maggioranza dei bracchi italiani attuali è bensì lungo, ma è inserito troppo in basso non solo ma è esageratamente stretto in tutta la sua lunghezza, insomma assomiglia troppo a quello del chien courant (segugio) francese“.
Nel periodo dell’incrociomania (ultimo decennio del 1800 fino al 1923) fu usato anche un segugio francese per incrociare il bracco italiano, quando si credeva che l’accoppiamento fra razze diverse fosse un toccasana.
Chi usò il segugio francese fu Ettore Talé dell’allevamento di Roma e si dice che Ch. Flot di Roma fosse figlio di un chien courant. Personalmente non posso dire se sia vero o meno che il Talé abbia eseguito questo incrocio. Osservando le foto di Flot di Roma si nota che è un bel bracco; altre foto di figli di Flot, pubblicate su “Il Cacciatore Italiano” di tanti decenni or sono mettono in evidenza dei magnifici e tipicissimi soggetti.
Inoltre molti bracchi di Roma si fecero onore in prove sul terreno, Flora di Roma in particolare, che era figlia di Flot. Pertanto io non saprei dire se sia vero che Ettore Talé usò con facilità e senza pregiudizi, come dicono i vecchi braccofili, il segugio francese per incrociare il tipico grande bracco antico.
Se il Talé ha veramente incrociato un grande bracco col chien courant non può, da solo, avere influito su tutti i bracchi d’Italia. Per l’acquisizione di questa forma di orecchio in tutti i soggetti, bisogna che gli Allevatori si siano adoperati in massa per ottenerlo; a mio avviso, questo orecchio ingentilito non è altro che il frutto di una selezione che doveva avere per fine un orecchio lungo, morbido, attaccato basso.
Scegliendo per la riproduzione soggetti con orecchio attaccato basso, si è sempre più ingentilito il padiglione auricolare, raffinandolo e migliorandolo. La stessa cosa è avvenuta anche per altri organi: come per la testa, tanto per fare un esempio, che oggi è sempre meno voluminosa di quella dei bracchi ottocenteschi. Con la selezione è stata abbassata anche la taglia, al punto che bracchi di 70 cm. al garrese non se ne vedono più. Pertanto questa forma modificata di orecchio nei bracchi attuali, rispetto a quelli dell’800, non è altro che una logica selezione, intesa come miglioramento ezoognostico della razza.
L’orecchio in attenzione
Abbiamo visto che l’orecchio del bracco italiano ha un attacco basso e stretto, è lungo, flessibile, ha cartilagine sottile, muscoli poco sviluppati e pertanto ha poca erettibilità. Il padiglione auricolare del bracco italiano ha inoltre una pelle sottile, fine, rivestita da pelo molto corto: pelo raso.
Il bracco in cerca tiene l’orecchio leggermente eretto ed il grado di erezione del padiglione auricolare aumenterà nella filata, nella ferma e nella guidata perché in queste tre azioni il cane farà più attenzione, e sarà più eccitato che non nella normale cerca. In queste tre azioni di lavoro si avrà il massimo della erettibilità del padiglione. Purtuttavia questa erettibilità, nel bracco, sarà sempre relativa per le cause anatomiche descritte.
Lo standard di lavoro del bracco italiano dice in merito all’orecchio:
“Entrando in un effluvio rallenta gradatamente l’andatura e rimonta verso l’origine presunta con grande prudenza, testa alta, di passo, senza altra manifestazione se si eccettuano le orecchie erette al massimo … “·