La presenza dello sperone, quinto dito atrofico degli arti posteriori in alcune razze, fra cui il Bracco italiano e lo Spinone
È chiamato sperone il residuo atrofico del quinto dito degli arti posteriori del cane, spesso presente in alcune razze, raramente in altre. Viene impropriamente detto “sperone anteriore” il residuo atrofico del quinto dito dell’arto anteriore – il cui nome corretto è per l’appunto “quinto dito” – presente invece in tutti i cani. A cosa serve lo sperone? A niente. È però significativo il fatto che sull’arto anteriore questo residuo atrofico è sempre presente, laddove sull’arto posteriore tende a scomparire. Vediamo perché.
Nei cavalli
Nel cavallo, per esempio, le “dita” sono scomparse per lasciar posto ad un’unica estremità cornea costituita dallo zoccolo. Reperti archeologici testimoniano però che l’antenato del cavallo aveva lui pure cinque dita, a cui ha fatto seguito un cavallo con tre dita. Oggi il cavallo ha solo lo zoccolo… più il residuo di una seconda estremità cornea nella parte interna a circa metà dello stinco.
Questa scaglia cartilaginea viene chiamata “castagnetta” oppure “sperone”.
Il quinto dito e lo sperone nel bracco italiano
Gli arti anteriori del cane – oltre che alla deambulazione – servono a scavare per catturare prede interrate o per nascondere residui alimentari da assumere in momenti di carestia. Questo uso degli arti anteriori che il suo antenato lupo faceva in tempi relativamente recenti, giustifica la presenza delle cinque dita con relative unghie negli arti anteriori, anche se il quinto dito si è atrofizzato e si è spostato in posizione che non è più a contatto col terreno.
Il processo di atrofizzazione
Comunque il residuo atrofico del quinto dito dell’arto anteriore è sempre presente in tutti i cani. Non così invece lo sperone vero e proprio, cioè il residuo atrofico del quinto dito degli arti posteriori, che tende a scomparire. Nel cane infatti gli arti posteriori hanno solo funzione propulsiva nel moto; quindi il quinto dito, essendo inutilizzato da millenni, tende ad accelerare il suo processo di atrofizzazione.
Apro però qui una parentesi. Noi tutti abbiamo osservato il cane che, dopo aver defecato su di un prato, raspa il terreno con i posteriori, quasi a voler coprire le sue deiezioni: perché lo fa? La sua natura di predatore lo induce a marcare il territorio da lui occupato, quindi le tracce delle deiezioni non dovrebbero essere celate, anzi esaltate. In proposito anche gli etologi più preparati non sembrano saper fornire spiegazioni convincenti. Chiusa parentesi.
Comunque sia, resta il fatto che la presenza del quinto dito degli arti posteriori è una caratteristica variabile e va da cani in cui il quinto dito non è atrofico, ma addirittura poggiante al suolo nella deambulazione (era questo il caso del mio Lord, i cui speroni cane toccavano entrambi terra) a cani in cui lo sperone è scomparso (tanto che la sua presenza è proscritta in alcune razze).
La variabilità include l’occasionale presenza dello “sperone doppio” e di speroni del cane effettivamente articolati, oppure della sola presenza di un’unghia senza la base ossea del dito su cui l’unghia è inserita.
La presenza o meno dello sperone cane è evidentemente una caratteristica trasmessa geneticamente e – una volta ancora – si ripresenta lo schema secondo cui le caratteristiche riconducibili all’antenato lupo sono “dominanti” e quelle fissate mediante selezione sono “recessive”: in altre parole la presenza dello sperone è un carattere dominante, e la sua assenza è recessivo.
Come mai allora da due Bracchi senza quinto dito nasce a volte qualche cucciolo speronato?
Francamente non lo so, ma l’ipotesi più plausibile è che, malgrado l’apparenza, almeno uno dei genitori sia nato con lo sperone, asportato nei primissimi giorni di vita. In effetti, soprattutto nei casi di “doppio sperone del cane”, sono molti coloro che al cucciolo appena nato legano quella propagine atrofica con un filo di seta causandone l’indolore asportazione nello spazio di pochi giorni. Nè posso dar loro torto stante l’impedimento nella deambulazione a volte causato dall’ingombrante doppio sperone e la necessità di tagliare periodicamente l’unghia dello sperone per evitare che si “incarni”.
Perché la presenza dello sperone è desiderabile?
Data comunque l’assoluta inutilità funzionale dello sperone, perché in talune razze la sua presenza è desiderabile? (o più precisamente, l’assenza di sperone è solo tollerata?). È questo il caso del Bracco italiano e dello Spinone.
Il motivo per il quale lo standard morfologico di queste due razze prevede la presenza dello sperone è che agli inizi del ‘900 le razze da ferma italiane vennero abbondantemente “rinsanguate” dal Pointer, ovvero una razza in cui la selezione ha eliminato lo sperone. Pertanto la presenza dello sperone è vista come un’illusoria garanzia della mancata immissione di sangue inglese. In realtà – vista l’inutilità funzionale dello sperone – è del tutto indifferente la sua presenza o assenza, perché l’avere o meno l’estremità atrofica del quinto dito degli arti posteriori non rappresenta valida rassicurazione relativamente alle caratteristiche morfologiche e funzionali effettivamente significative: ho visto magnifici Bracchi italiani senza sperone che erano trottatori naturali; altri invece con sperone ben evidente non sapevano fare un tempo di trotto spinto.