Il portamento del collo del bracco italiano come fattore primario di distinzione di razza
Quando si parla di collo del bracco italiano si fa principalmente riferimento alla sua “distinzione” e parlare di distinzione nel cane non è un compito facile, perché la distinzione è termine appropriato, ma pur sempre vago.
Quando un cane è “distinto”, di qualsiasi razza esso sia, lo si vede a prima vista ma il saper dire perché quel soggetto è distinto non è semplice, per lo meno per chi non è profondo conoscitore, specialista di quella razza.
“La distinzione è data da un complesso di armonia nelle linee che rende il cane piacente all’occhio di chi lo contempla“, afferma Paolo Ciceri.
“La distinzione è personalità“, dice Giovanni Ventura.
Il collo del bracco italiano deve tendere alla verticalità rispetto al terreno
Indubbiamente il cane distinto nasce tale: è un dono che la natura gli elargisce. Lo standard morfologico del bracco italiano , a proposito della “distinzione”, ripetendo quanto la Società Braccofila aveva sancito nel 1897, dice: “Preferiti i soggetti che presentano asciuttezza di membra, salienza di muscoli e quella nervosità di espressione nei lineamenti della testa che denotano e costituiscono la distinzione“.
Ora c’è da chiedersi se lo standard definisce con sufficiente e giusta terminologia la distinzione nel bracco. Per me la distinzione è data soprattutto dal portamento eretto del collo del bracco italiano e questo portamento accrescerà la distinzione se accompagnato dall’asciuttezza delle membra, dalla salienza dei muscoli e dalla bella testa.
Il bracco distinto lo vedi in “posizione di piazzato”. Il soggetto più distinto è quello che più degli altri porta la testa alta perché il collo tende alla verticalità rispetto al terreno. Il collo può essere tozzo, può, essere moderatamente lungo ma dona distinzione al bracco solo quando gli solleva alta la testa e questo avviene soltanto se esso tende ad essere verticale al terreno. Questa posizione del collo infonde al bracco nobiltà, maestosità e, da qui, distinzione.
Se per una razza galoppatrice la distinzione è anche sinonimo di eleganza, per un bracco italiano, cane dai muscoli tozzi e dai raggi ossei brevi, la distinzione è imposta da un senso di nobiltà e maestosità ma non dall’eleganza. Infatti il bracco non è e non deve essere elegante ma deve esprimere nobiltà e maestosità; solo allora è distinto.
E se è distinto è anche tipico, perché la distinzione è espressione di tipicità. Se il sangue è mescolato con quello di un pointer, tanto per fare un esempio, il collo del bracco italiano non può avere quel portamento eretto che dà la distinzione al nostro cane perché il portamento eretto è una tipicissima caratteristica del bracco e stonerebbe su un pointer.
Ovviamente un soggetto sarà più distinto di altri se il buon portamento del collo sarà affiancato da altre tipiche caratteristiche che contribuiranno a far spiccare maggiormente quel soggetto fra la massa.
Leggendo queste note del dottor Amaldi sul portamento del collo e la distinzione nel Bracco italiano, mi torna alla mente, in tempi più recenti, un bell’articolo del compianto dottor Giovanni Grecchi, già presidente della Sabi. Pubblicato, infatti, proprio sul giornale della Sabi. L’argomento è similare.Il portamento del collo nel Bracco italiano. Però, in movimento e la funzione del rachide. Quindi, quella particolare motilità del collo caratteristica del BI. Peccato che non l’ho salvato in quanto per connessione di argomento sarebbe stato bello leggerlo insieme alle note di Amaldi.